Quartiere Flaminio - Parioli Fontana Abbeveratoio di Benedetto XIV 

Anteposta alla grande fontana di papa Giulio e pure situata all'imbocco del vicolo di Villa Giulia, la fontana-abbeveratoio, detta anche Arcosolio di Benedetto XIV, venne realizzata, forse dallo stesso Bartolomeo Ammannati, verso il 1552. Era costituita da un'antica vasca ovale di granito di origine termale, che riceveva l'acqua da un sovrastante mascherone inserito in una conchiglia. Nel 1672, quando il cardinale Federico Borromeo divenne proprietario della villa suburbana, ripristinò il flusso idrico nella fontana-abbeveratoio, nel frattempo interrotto, e la fece inserire in un prospetto architettonico a due ordini: in quello superiore, sotto lo stemma, era collocata l'iscrizione ancora oggi visibile sia pure spostata di qualche metro rispetto alla posizione originaria. Nel 1750, passata la proprietà al marchese Giulio Sinibaldi, papa Benedetto XIV, Lambertini (1740-1758), in previsione del gran numero di pellegrini provenienti dal nord per l'anno giubilare, ordinò il restauro della fontana, ormai decaduta, e nel prospetto venne murata una iscrizione che ne ricordava il rinnovamento. Verso la metà dell'800 essa fu trasferita sulla facciata di un fienile, nella stessa via Flaminia, noto per essere stato lo studio del fotografo Mariano Fortuny, sulla cui zona basamentale, decorata a bugne regolari, vennero ricavati due archi, uno pel sistemarvi la fontana con l'iscrizione del Sinibaldi (per cui essa prese anche il nome di «Arcosolio di Benedetto XIV»), l'altro per costituire un elemento simmetrico al primo. Nel 1965 la Cassa del Notariato fece restaurare il fienile e spostare la fontana abbeveratoio dell'Ammannati che l'architetto Spaccarelli sistemò lì accanto, isolata e addossata ad un muro di calcestruzzo ondulato.

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