Chiese di Roma rione Sant'Angelo Chiesa di Santa Maria in portico in Campitelli Altare Maggiore

L’altare maggiore è opera di Rainaldi Carlo , Specchi Michelangelo, De Rossi Giovanni Antonio, Ferrata Ercole, Caffà Melchiorre, Schor Giovan Paolo (sec. XVII, sec. XVIII) altare maggiore di Rainaldi Carlo, Specchi Michelangelo, De Rossi G (beniculturali.it) Su tre gradini poggia la mensa parallelepipeda con la fronte decorata a intarsio geometrico di marmi policromi. Sulla mensa è collocato il tabernacolo. Dietro l'altare vi è l'edicola, sorretta da angeli che sembrano spingerla verso l'alto, costituita da due colonne tortili con capitelli compositi sorreggenti un coronamento mistilineo a volute e poggianti su un parapetto emiciclico. Al centro tra nubi in stucco vi è la sacra immagine. Dal fondo fuoriescono angeli in volo confusi tra le nubi bianche. Dietro la cattedra vi è una fitta corona di raggi dorati che fa da cornice all'intera parete d'altare. La grandiosa e scenografica struttura custodisce l'immagine antica di S. Maria in Portico. Come già l'altare nella cappella di S. Anna, anche questo sembra essere stato progettato da Rainaldi. Secondo Minozzi M., "proprio il toponimo legato all'antica collocazione dell'icona, suggerì probabilmente l'idea di incorniciarla all'interno di un baldacchino su colonne tortili direttamente ispirato a quello innalzato a S. Pietro da Gian Lorenzo Bernini; il piccolo elemento architettonico, alla base del quale compare il titolo Romanae Portus Securitas conferito nel 1667 alla sacra immagine, si sovrappone ad una struttura circondata da raggi dorati, sospesa tra nubi e sorretta da angeli, strettamente derivata da un'altra celebre creazione berniniana, la "Cattedra", eseguita proprio in quegli anni (1656-1667) per la basilica vaticana. Le fonti più antiche attribuiscono il disegno dell'opera a Melchiorre Caffà, collaboratore di Bernini; tale attribuzione appare sostenuta dallo stile fluido ed elegante e dall'originale elaborazione del linguaggio berniniano. Tuttavia, in base ai documenti rinvenuti, nei quali l'artista risulta aver percepito un pagamento estremamente esiguo, il progetto è stato attribuito all'architetto Giovanni Antonio De Rossi, firmatario dei disegni. E' comunque verosimile che De Rossi si sia limitato a tradurre graficamente il progetto della struttura, la cui invenzione spetta a Carlo Rainaldi, e che la realizzazione dell'opera, eseguita dallo scultore Ercole Ferrata e dal pittore Giovanni Paolo Schor, abbia fedelmente tradotto il modello scultoreo del Caffà, eseguito in cera nel 1667". L'altare marmoreo reca l'iscrizione riferita all'edificazione dell'altare maggiore, che fu possibile grazie all'aiuto dei cardinali Ruspoli e Almeyda. altare maggiore di Rainaldi Carlo, Specchi Michelangelo, De Rossi G (beniculturali.it) . L'immagine antichissima è così denominata dalla leggenda del 524: Galla, figlia del senatore Simmaco, rimase vedova ancor giovane e si dedicò alla carità. Ella abitualmente serviva dodici poveri presso il portico del suo palazzo, dodici come gli apostoli di Gesù. Ogni giorno il portico s'illuminava e lei raccontò questi avvenimenti a papa Giovanni I. Poco tempo dopo apparve a Galla l'immagine della Madonna con Bambino così come è raffigurata nell'icona, traportata in cielo da cherubini. La leggenda, alla quale si deve il nome dell'icona di S. Maria del Portico, narra che S. Galla trasformò il suo palazzo in chiesa. L'opera risulta essere stata eseguita da mani bizantine ed è notevole lo smalto inalveolato e lavorato con la tecnica a champlevé. L'ignoto autore, potrebbe essere anche un artigiano della Mosa. Madonna con Bambino icona, CA 500 - CA 599 (beniculturali.it)  Sulla cupola dell’Altare maggiore affresco di Conti Giovanni Battista che rappresenta Papa Alessandro VII che offre alla Vergine Il modellino della chiesa.

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