Rione Esquilino Fontana dell'Obelisco Piazza San Giovanni in Laterano

Fontana dell'Obelisco. Addossata alla base dell'obelisco più alto di Roma e forse del mondo (ma originariamente ne era separata, come dimostra una chiara incisione di Giovanni Battista Falda eseguita nel 1675) la fontana, che quasi non si nota sovrastata com'è dall'enorme monolito, fu costruita – forse su disegno di Domenico Fontana o di Flaminio Ponzio - a spese dei canonici Lateranensi tra il 1603 e il 1607. Essa recava vari emblemi araldici: quello di papa Clemente VIII, Aldobrandini, costituito dalla banda contra merlata lungo il listello della parte superiore del monumento, sotto la lapide; quello di Leone XI, Medici, papa per soli 27 giorni che fece appena in tempo a far porre due gigli di bronzo ai lati della statua, pure in bronzo, di S. Giovanni Evangelista situata sulla piattaforma dell'alzata; e quelli di Paolo V, Borghese, un'aquila e due draghi (poiché l'opera fu compiuta nel 1607 durante il suo pontificato), che figurano scolpiti in marmo nel prospetto della fontana insieme ad un “cartello contenente la tiara e le chiavi pontificie incrociate, una piccola conchiglia e due delfini con le code incrociate al centro, che gettano acqua in una bella vasca di marmo elegantemente sagomata, con la rotondità sporgente baccellata. Tutto il carpo della fontana sorge sopra un basamento di tre gradini, e nel suo insieme appare minuscolo” al confronto della mole dell'obelisco. La fontana oggi, risulta incompleta all’altezza del piccolo architrave sul quale mancano i gigli e la statua di S. Giovanni Evangelista. La statua, infatti, anticamente decapitata da un fulmine, fu fatta rimuovere nell’Ottocento con l’intento di farla riparare; ma da allora essa scomparve. In tempi passati, secondo la tradizione, la notte della festa di S. Giovanni, il popolo usava bagnarsi le mani nelle acque di questa fontana, le quali acque avevano il potere di tener lontano le streghe e il malocchio.

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