Rione Ponte Fontana del Leone Piazza San Salvatore in Lauro

Fontanella del Leone. Fino agli inizi del secolo la piccola fontana era situata in via di Panico, all'altezza del civ. 62. Fu salvata dalle demolizioni con le quali si volle risanare igienicamente e moralmente la zona, e nel 1920 essa venne smontata e ricomposta sulla facciata del palazzo dei Piceni, l'edificio a sinistra della chiesa di S. Salvatore in Lauro. La ricostruzione non riguarda l'importanza artistica, assai scarsa in verità, della fontana vera e propria, ma l'interesse che essa presenta nella storia delle fontane di Roma. Risale, infatti, al XVI secolo, ed è costituita da una semplice grotticella a scogliera, circoscritta da due pilastrini, architravati, al centro della quale sporge una testa di leone in marmo bianco, assai deteriorata, dalla cui bocca versa un filo d'acqua nella sottostante vaschetta incassata con il bordo a fior di terra. Sopra la cornice dell'architrave, una bella ed importante targa marmorea con decorazioni contiene una iscrizione, in eleganti distici latini, del 1579, che dice: "VT LVPVS IN MARTIS CAMPO MANSVETIOR AGNO VIRGINEAS POPVLO FAVCE MINISTRA AQVAS SIC QVOQVE PERSPICVAM CVI VIRGO PRAESIDET AQVAM MITIOR HIC HAEDO FVNDIT AB ORE LEO NEC MIRVM: DRACO QVI TOTI PIVS IMPERAT ORBI EXEMPLO PLACIDOS REDDIT VTROSQVE SVO MDLXXIX".  "Come il lupo, più mansueto dell'agnello, nel Campo Marzio somministra dalle fauci l'Acqua Vergine al popolo, così anche qui un leone, più mite d'un capretto versa dalla bocca la limpida acqua cui presiede la Vergine. E non c'è da meravigliarsi poiché il pio drago che domina in tutto il mondo, con il suo esempio li ha resi ambedue mansueti” È chiaro che «l'acqua cui presiede la Vergine» è semplicemente l'Acqua Vergine, mentre il «pio drago» è l'animale araldico che campeggia sullo stemma di papa Gregorio XIII, Boncompagni, che regnava in quel periodo. Per quanto riguarda il lupo, si tratta del riferimento alla fontanina, quasi «gemella» allora esistente forse nell'attuale via della Lupa e poi scomparsa, ma la cui epigrafe cinquecentesca, fortunatamente sopravvissuta, è conservata nell'atrio del palazzo Valdina Cremona in via dei Prefetti

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