Rione Sant'Angelo Fontana delle Tartarughe Piazza Mattei

È una delle Fontane più graziose e importanti, un vero gioiello del tardo Rinascimento, in cui l'elemento scultorio prevale su quello architettonico. Alcuni studiosi l’hanno erroneamente attribuita a Taddeo Landini, autore, invece, dei solo quattro efebi di bronzo che si ergono da conchiglie di marmo africano che poggiano il piede su altrettanti delfini, pure di bronzo, i quali dovevano a loro volta sostenere con la mano sollevata da altri quattro delfini che non furono mai eseguiti o perlomeno mai posti in opera nella fontana di piazza Mattei, se è vero essi vennero poi temporaneamente utilizzati come ornamento della fontana dettala Terrina in Campo de' Fiori. Il disegno e il progetto originario 1581 sono invece senza dubbio di Giacomo Della Porta che è l'autore di questa come di tutte le fontane monumentali romane della seconda metà delle XVI secolo. Le tartarughe bronzee sospinte verso il bordo del catino di bigio africano, nel quale si raccoglie l'acqua dello zampillo che ricade poi nella vasca sottostante soffiata dalle bocche di quattro putti paffutelli, vennero aggiunte, probabilmente dal Bernini, durante i lavori di restauro dei 1658, sotto il pontificato di Alessandro VII, Chigi. Le tartarughe subirono nel tempo vari furti ma vennero sempre recuperate. Oggi le quattro tartarughe che vi si ammirano sono semplici copie: quelle originali sono state prudentemente messe al sicuro nei Musei Capitolini.

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