Chiese di Roma Rione Ripa Basilica di San Bartolomeo all’isolala Facciata

La disastrosa inondazione del 1557 rovinò in modo irrecuperabile la facciata con i suoi mosaici, la navata destra e la zona del presbiterio. Nel 1623, il cardinale Gabriel Trejo y Paniagua, diede l’incarico all’architetto Orazio Torriani di progettare una nuova facciata per la basilica. Giovanni Baglione attribuisce a Martino Longhi il Vecchio l’edificazione del ciborio, con quattro colonne in porfido, nonché avrebbe preso parte alla realizzazione della facciata e alla ricostruzione della navata destra. Le quattordici colonne dell’interno provengono forse dal tempio di Esculapio. Il Torriani progettò la facciata con due ordini e la parte centrale rientrante, riprendendo schemi cinquecenteschi arricchiti da elementi barocchi. Al centro della piazza era posto un obelisco, che rappresentava l’albero del " vascello romano che portò a Roma il serpente di Esculapio "; era una colonna su cui venivano esposti gli elenchi con i nomi di coloro che non si erano comunicati a Pasqua. L’obelisco  fu distrutto nel 1868 a causa dell’urto violento di un carro, fu sostituito nel 1869 con una nuova guglia come riportato nell'iscrizione. La nuova guglia fu realizzata da Ignazio Giacometti, è organizzata in quattro nicchie, in cui sono collocate le statue di quattro santi protettori, variamente legati alla storia ed alla vita dell’Isola: San Giovanni di Dio, fondatore dell’ordine ospedaliero dei “Fate bene fratelli”, San Bartolomeo apostolo, San Paolino da Nola, le cui reliquie erano conservate nella chiesa di San Bartolomeo  (furono traslate nel 1909 a Nola) e San Francesco d’Assisi. 

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