Chiese di Roma Rione Monti Chiesa di Santa Caterina da Siena a Magnanapoli cappella Arcangeli 

Dedicata a tre arcangeli: Arcangelo Gabriele, Arcangelo Michele, Arcangelo Raffaele ed evidentemente patronato della famiglia Patrizi, il cui stemma è posto ai lati dell'altare, presenta, nel sottarco e nella volta, affreschi di Giovanni Paolo Schor con Giuseppe e l'Angelo, San Pietro liberato dall'Angelo, San Giovanni a Patmos e Santa Caterina con l'Angelo; al centro della volta è Dio Padre, mentre nel riquadro al centro del sottarco è la Vergine con l'iscrizione, ormai quasi illeggibile, REGINA ANGELORUM. All'esterno sono due angeli musicanti. Concordemente attribuiti allo Schor dalle fonti e dalla critica moderna, gli affreschi, in cui si è voluta riconoscere anche la mano del fratello del pittore, Egidio (che fu però a Roma tra il 1656 ed il 1665), vengono generalmente datati al 1654. La pala d'altare e la ricca incorniciatura in stucco, stilisticamente affine a quella della cappella Bonanni Primi, vennero verosimilmente eseguite all'inizio del '700, quando venne sostituita la vecchia immagine dei tre Arcangeli eseguita da Fabio della Cornia, pittore tardomanierista morto nel 1643 e ricordata dalle guide seicentesche. L'attribuzione del quadro attuale a Giuseppe Passeri recentemente riproposta da Serena Romano, è riportata nell'edizione del 1721 da Filippo Titi, e ribadita da un passo di una lettera del Mariette a Monsignor Bottari: "mi sono incontrato nel leggere il Titi in uno sbaglio, dove si dice, che la tavola ch'è in Santa Caterina in Magnanapoli, rappresentante Tre Angioli, è opera di D. Fabio della Cornia. Forse ciò era vero, la prima volta, che si stampò quel libro, ma poi la tavola fu levata, e sostituita con una di Giuseppe Passeri, che forse è la pittura sua più stimabile." Autografi del Passeri restano due disegni preparatori, di cui uno con alcune divergenze dall'opera poi eseguita. La presenza del Passeri in questa cappella come altrove nella chiesa è probabilmente spiegabile con il rapporto privilegiato che questo pittore ebbe con i Patrizi, per i quali decorò, tra l'altro, il palazzo a S. Luigi dei Francesi. Questo testo è stato copiato dal cartiglio davanti la cappella. 

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