Roma Antica Castel Sant’Angelo o Mausoleo di Adriano Sala Paolina

Era il salone di rappresentanza della sede di papa Paolo III Farnese (1534-1549);  i suoi sfarzosi affreschi rappresentano uno degli eventi artistici maggiori del Cinquecento romano. L’incarico di decorare la sala fu affidato, tra il 1545 e il 1547, a Perin del Vaga che fu aiutato da numerosi collaboratori della sua bottega; tra i quali sono da ricordare Pellegrino Tibaldi autore del dipinto dell'Arcangelo Michele, e Marco Pino autore della volta a riquadri con sei storie di Alessandro Magno; gli stucchi sono attribuiti a Guglielmo Della Porta. Sulla volta, al centro lo stemma di Paolo III circondato da diversi stucchi: pannelli dipinti in stile a grottesche, simboli papali e cartigli in greco, in ossequio alla cultura umanistica del papa. Sotto la volta è posta una cornice che circonda la sala, con una iscrizione in latino che commemora i lavori di restauro nell'antica Mole Adriana per riportarla all'antico splendore rendendola un'elegante residenza papale. Sulle pareti, sopra un ripiano affrescato, sono presenti erme e riquadri con combattimenti tra tritoni; è inoltre presente una decorata e illusoria architettura valorizzata da variegate ghirlande di frutta colonne ioniche e  cavità dipinte, dove sono alloggiante figure allegoriche delle Virtù cardinali (Forza, Giustizia, Temperanza, Prudenza), avvicendate da riquadri monocromatici con episodi della vita di Alessandro Magno. Cerchi, anch'essi monocromi, sono sistemati sopra le porte, sostenuti da figure femminili che illustrano sei episodi della vita di San Paolo. Sulle pareti di fondo  affreschi dell'Imperatore Adriano e di San Michele Arcangelo che ripone la spada; il primo è considerato uno dei più celebri conquistatori e strateghi della storia, il secondo  il protettore cristiano del Mausoleo. Con le figure di Alessandro Magno e di San Paolo come personaggi principali della sala, Paolo III intende celebrare se stesso attraverso l'uguaglianza del suo nome di battesimo (Alessandro Farnese) e  quello scelto per il pontificato; la figura di Alessandro Magno fa ricordare le qualità di governante di Paolo III paragonate a quelle del re macedone; la figura di San Paolo  riportandoci al suo martirio lega la Chiesa di Roma, rappresentata da Paolo III,  figura basilare per la religiosità cristiana, allora contesa dal mondo protestante. Alcune scene rappresentate sul soffitto della sala accennano alla egemonia del papato su quello imperiale (Alessandro si genuflette davanti al sommo sacerdote), mentre sulle pareti le figure dell'imperatore Adriano e dell'Arcangelo Michele fanno risaltare la ribadita centralità di Roma. Queste scene sono lo sforzo di rappresentare una continuità tra la grandezza passata della Roma Caput Mundi imperiale e il tradizionale ruolo di capitale della Cristianità sotto la guida del Papato, messa in discussione, nei decenni precedenti, dalla Riforma luterana (1517) e dal Sacco di Roma operato dai Lanzichenecchi, inviati da Carlo V d'Asburgo (1527). A questa crisi papa Paolo III replicò energicamente inaugurando la Controriforma, con l'apertura del Concilio di Trento (1545-1563), nello stesso anno in cui si iniziava il cantiere della Sala Paolina. 

Torna al Menù del Castel Sant’Angelo o Mausoleo di Adriano