All'inizio era chiamata Esquilina per la sua diretta
corrispondenza all'interno della città con la porta dell'antico recinto
serviano, poi prende anche il nome di Tiburtina dalla strada consolare che
l'attraversava diretta a Tibur (Tivoli). Intorno al V o VI secolo è anche
indicata come Taurina, come anche la contrada circostante, per la presenza su
entrambi le chiavi di volta dell'arco di Augusto di due bucrani, o forse per la
decadenza della città che in quei secoli si era contratta nel centro attorno al
fiume spopolando le zone periferiche che diventarono immensi pascoli. È in quel
periodo che il foro romano in ugual modo diventa «campo vaccino» e una parte
del Campidoglio prende il nome di «monte Caprino». Come in molte altre porte il
nome iniziale muta col tempo in omaggio, e per riferimento, alla basilica
subito fuori le mura, ed è detta di S. Lorenzo. All'origine, era un arco
monumentale dell'acquedotto di Augusto eretto nel 5 d.C. a cavallo della via Tiburtina
per il passaggio degli spechi (spazio cavo tubolare) delle acque Marcia, Tepula
e Giulia. I tre condotti passano sovrapposti all'interno dell'attico che ha
quindi un fronte particolarmente alto e scandito all'esterno da tre spessi
cornicioni a denuncia dei passaggi interni delle acque. Fra le cornici marmoree
tre grandi iscrizioni, ripetute su entrambi i fronti, ricordano l'opera di
Augusto e i successivi restauri eseguiti da Tito e Caracalla. Aureliano per la
necessità di completare con grande urgenza la cinta delle sue mura, come per
porta Maggiore, fa riusare quel grande arco affiancandogli superiormente, verso
l'esterno, un complesso difensivo. Tre camere di manovra sono affacciate con
cinque finestre arcuate su un nuovo fronte spalleggiato da due torri rotonde.
Porta Tiburtina, insieme alla Prenestina e alla Labicana, fa parte delle uniche
tre porte del recinto a non avere finestre d'avvistamento sulla città per la
presenza del passaggio degli acquedotti che ne resero impossibile l'attuazione.
Il nuovo fornice è molto più alto dell'augusteo, ha l'arco strutturato a
ventaglio e un paramento in travertino che ricopre per intero l'insolita
altezza dell'attico dovuta al forzato adeguamento altimetrico con quello di
Augusto contenente i tre condotti sovrapposti delle acque.
Trasformazioni del Cinquecento | |||