Villa Lante Bagnaia Viterbo la Fontana del Quadrato con al centro la Fontana dei Mori

Questa fontana assume un ruolo determinante e conclusivo del percorso simbolico dell'acqua attraverso le fontane ideato per la villa Lante: è il trionfo della mente umana sulla natura, in quanto solo in quest'ultima fontana l'acqua riesce a trovare la staticità in forma geometrica. In essa si conclude anche il discorso allegorico, in quanto è la rappresentazione dell'elemento che domina su tutti gli altri, l'aria, data dall'apparecchio idraulico della stella che, con i suoi zampilli, indica le infinite direzioni spaziali e in origine produceva vibrazioni acustiche ed effetti sonori manifestando stretti collegamenti con le fontane di Villa d'Este. È da notare che il gruppo in peperino raffigurante quattro giovani, detti "mori", risulta eseguito successivamente rispetto al resto degli elementi che compongono questa fontana. Difatti, il gruppo rappresenta il trionfo degli emblemi (monti e stella) del Card. Montalto, possessore della villa dal 1590 al 1623, mentre nelle balaustre delle peschiere sono effigiati i gamberi, emblemi del Card. Gambara, possessore della villa dal 1568 al 1587. Michele de Montaigne, nel suo Journal de Voyage en Italie, ben conosceva le fontane di Villa d'Este, descriveva in maniera entusiasta questa di Bagnaia perché, rispetto a quella simile dell'obelisco della Rometta di Tivoli, non mostrava tubazioni esterne per portare l'acqua alla sommità. Ancora il Montaigne, seguito dal Guerra, ci testimonia la presenza al 1581 delle navicelle tutt'ora esistenti su cui erano due "archibuggieri i quali tirano acqua e la balestrano contro la piramide ed un trombetto in ciascuna che tira ancora lui acqua". Di tali figure, però, si è persa traccia col tempo. Per quanto concerne l'individuazione degli esecutori materiali del complesso, si sa che l'opera idraulica fu realizzata da Tommaso da Siena che, terminata l'opera nella Villa d'Este di Tivoli, appare in Bagnaia come vero e proprio ingegnere idraulico, lavorandovi dal 1571 al 1581. La parte scultorea della fontana, coi bacini concentrici, l'obelisco, le navicelle, le balaustre e gli ornati, fu eseguita da giovani aiutanti scalpellini. Permangono ancora dubbi attributivi per il gruppo dei mori, per il quale sono stati fatti diversi nomi (Vignola, Landini, Chinucci, Tommaso da Siena, Giambologna) e si parla genericamente, in base a rapporti stilistici, di scultori della cerchia del Giambologna.

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