Porta San Pancrazio Difesa della Repubblica Romana

L'ultima volta in cui le mura furono rilevanti dal punto di vista militare fu nel 1849, quando Giuseppe Garibaldi cercò di difendere dai francesi la Repubblica Romana. Il 1849 fu uno degli anni cruciali de1 Risorgimento, il periodo storico che portò alla formazione di un'Italia unita, libera e indipendente. A Roma, sotto la spinta di moti popolari che chiedevano libertà e democrazia, crollò il regime pontificio e il Papa fuggì a Gaeta. Il 9 febbraio 1849 una assemblea eletta con suffragio universale proclamò la Repubblica e il mese dopo ne affidò la guida a un triumvirato composto da Giuseppe Mazzini, Aurelio Saffi e Carlo Armellini. Come bandiera la Repubblica adottò il tricolore. Le potenze allora dominanti in Europa, rette da regimi assoluti o conservatori, subito mossero i loro eserciti per restaurare il potere temporale. A difesa della Repubblica, affluirono a Roma giovani da ogni parte d'Italia e d'Europa. Garibaldi vi portò i suoi volontari. Un esercito francese sbarcato a Civitavecchia puntò direttamente contro Roma percorrendo l’Aurelia. Il settore più esposto all'attacco francese era incentrato sul Gianicolo e la Repubblicane affidò la difesa a Garibaldi. Respinti una prima volta il 30 aprile, i francesi tornarono all’attacco il 3 giugno, con forze preponderanti. Roma fu circondata e cinta d'assedio. Nonostante l'enorme squilibrio delle forze in campo, che non consentiva speranze di vittoria, la Repubblica resistette per tutto il mese di giugno, lottando duramente e tenacemente fino all'ultimo, solo per affermare il diritto di Roma e dell'Italia alla libertà e alla democrazia. Durante l'ultimo assalto del 3 giugno a Villa Corsini, occupata dai francesi, Goffredo Mameli, capitano nell'esercito di Garibaldi, fu ferito alla gamba sinistra e dopo lunga agonia morì il 6 luglio 1849. Pio IX al suo rientro a Roma fece costruire l’attuale porta nel 1854 in forme neo classiche dall’architetto Virginio Vespignani.  

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