Villa Lante Bagnaia Viterbo
Proprietari del sito ove oggi sorge la villa furono fin dal medioevo
personalità ecclesiastiche. Il Comune di Viterbo, difatti, aveva ceduto nel 1202
la Signoria di Bagnaia alla Mensa Vescovile della città e i vescovi di Viterbo avevano
fissato la loro residenza estiva nel palazzo vescovile di Bagnaia, attirati dalla
particolare posizione del Borgo a ridosso dei monti Cimini, tra verdi boscose colline
ricche d'acqua che ne facevano il luogo ideale per la caccia e per il riposo. Alla
fine del Quattrocento (1498) il Cardinale Raffaele Riario, nipote di Sisto IV Della
Rovere, nominato Vescovo di Viterbo, diede inizio al parco chiudendo con un recinto
una vasta zona boscosa per mettervi abbondante selvaggina e per recarvisi a caccia
con i suoi ospiti. Il "Parco" di Bagnaia fu mèta di Papa Leone X Medici,
appassionato di caccia. Nel 1505 il Cardinale Raffaele Riario cedette il vescovato
di Viterbo al nipote Card. Ottaviano Riario che proseguì l'opera di trasformazione
del sito da bosco di caccia in parco con la costruzione del primo fabbricato della
villa, il "casino di caccia", per diletto suo, dei cardinali e dei suoi
propri ospiti, amanti della caccia. Si tratta di un edificio ancora di architettura
quattrocentesca dalle semplici e armoniose proporzioni, che reca lo stemma dei Riario
Visconti (il fiore e il biscione), trasformato nei secoli successivi in scuderia,
devastato nell'ultima guerra, restaurato e adibito oggi a sede di servizi aggiuntivi
del Ministero dei Beni Culturali.
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