Chiese di Roma Rione Borgo Chiesa di Santa Maria in Traspontina Cappella Santa Maddalena

La pala d'altare, opera di Gian Domenico Cerrini, ha i seguenti personaggi: Cristo; Dio Padre; Madonna; San Giuseppe; Santa Maria Maddalena de’ Pazzi; Sant'Agostino. Figure: due angeli; quattro angioletti. Allegorie-simboli: colomba - Spirito Santo. Fenomeni metereologici: nuvole. Mastelloni ricorda che nel 1639 venne costruito l'altare di Maddalena de' Pazzi per volontà del padre carmelitano Francesco Bido. Le lapidi sui due lati del basamento testimoniano tale evento, ricordando che la costruzione dell'altare avvenne nel 1639. L'opera è la più antica testimonianza pittorica del Cerrini e in assoluto la prima opera del suo soggiorno romano. Da sottolineare la complessiva disomogeneità del dipinto che alterna brani pittorici notevoli (quali soprattutto i volti dei due santi maschili), particolari che ritorneranno come una caratteristica del pittore (il volto della Madonna o l'angioletto in alto a sinistra), accanto a inserti francamente disastrosi (la sciancata anatomia degli arti inferiori del Cristo o l'inverecondo inserto dell'Eterno (la colomba) senza spessore che plana sugli astanti e a una partizione dello spazio (in tre zone sovrapposte e in uno schema a croce di S. Andrea per le figure principali) ancora schematica. Cerrini dunque, da poco giunto a Roma, paga l'evidente scotto di una formazione condotta su modelli ormai consunti (lo Scaramuccia padre) che si mostrano inutilizzabili in una situazione molto più avanzata quale è quella romana: Cerrini cerca quindi di elaborare una nuova sintassi e nuove formule pittoriche, per le quali la Borea, scartati i canonici nomi dei bolognesi, propone come possibile fonte ispirativa, soprattutto per le opere successive, i modi di Cristoforo Roncalli. Un cenno a parte merita l'iconografia del dipinto che è centrata sulla figura della beata, per cui forse più corretta sarebbe una lettura dell'opera come "visione" della santa. L'esecuzione dell'opera, che dovette sostituire una precedente pala di Ricci da Novara, non dovrebbe discostarsi troppo dai lavori fatti eseguire per l'altare da padre Francesco Bido nel 1639, nonostante il parere contrario del Catena. Catalogo beni Culturali

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